storia e caratteristiche della fanfara dei bersaglieri
Il Bersagliere trombettiere nacque a Torino il 1 luglio 1836, esattamente qualche giorno dopo la fondazione del Corpo (18 giugno) tanto voluto dal Generale La Marmora.
Nel
1842 alla 1^ compagnia se ne aggiunsero altre tre
costituendo il 1° Battaglione
bersaglieri. Queste 4 compagnie
potevano contare di 12 trombettieri dei quali uno,
sergente o caporale, era il capo trombettiere
responsabile degli altri; inizialmente marciava
spedito in testa agli altri 11 soldati,
come lui con la carabina sulla spalla sinistra (dal 1848
passerà alla destra) e sulla destra una tromba o un
corno da caccia (in realtà tromba bassa), con cui
suonava una marcia allegra che in tempo di pace serviva
ad avvisare la gente del sopraggiungere dei bersaglieri
con passo accelerato o di corsa. Il suono di questa
musica briosa eseguita a passo veloce o di corsa,
attirava l’attenzione della popolazione che rimaneva
incantata e affascinata da quei
“cappelli piumati”!
In guerra, il capo trombettiere disponeva di un cavallo
e d’appresso il suo comandante trasmetteva gli ordini
con il suono della sua tromba;< fungeva dunque da “voce
del comandante”, sostituendo il tamburo adottato da
sempre dalla normale fanteria.
Tali ordini rimbalzavano da trombettiere a trombettiere
sino a raggiungere le quadriglie più lontane. I
trombettieri potevano essere adoperati separatamente e
alla testa dei loro reparti oppure riuniti per formare
un unico plotone. Costoro erano dotati di trombe lisce,
senza pistoni, con tonalità in Si bemolle, e di trombe
basse che servivano a dare la cadenza, in battere, col
tempo 2/4. Nel 1861 l’unione di più battaglioni diede
origine al Reggimento
ed il riunirsi di un numero sempre maggiore di
trombettieri delineò la formazione delle future fanfare
che fino al 1975 segneranno il fulcro
dell’addestramento in caserma
con la marcia al passo di fanfara (179 passi/minuto)
cantando. Inizialmente l’organico dei bersaglieri
prevedeva per ogni compagnia 13 trombe che avevano
funzioni di segnali, a disposizione del comandante e
degli ufficiali subalterni, sia per la normale vita di
caserma che per l’azione bellica o semplicemente di
addestramento.
Il trombettiere annunciava così la sveglia, il caffè, la
corvée, l’adunata, il rapporto ufficiali, etc, fino al
silenzio. L’addestramento dei trombettieri veniva fatto
per battaglione (unità base dei bersaglieri) ed era una
figura di rilievo all’interno del Corpo poiché venivano
scelti a farne parte solo i bersaglieri più coraggiosi e
prestanti: coloro che sapevano
suonare,
correre e
portare gli ordini
sostenendo sforzi notevoli in tempo di guerra. Quadri,
manifesti, illustrazioni varie li rappresentavano come
eroi, inoltre il loro attaccamento agli ufficiali con i
quali vivevano a stretto contatto era veramente totale.
Nel 1886, in occasione della ricorrenza del
cinquantenario della fondazione del corpo, nei
festeggiamenti a Torino per rendere più significativa la
manifestazione si rinforzarono le Fanfare inserendovi
nuove tipi di strumenti musicali: i cosiddetti
“bassetti”
(primi strumenti verticali) e gli
strumenti a tre cilindri
che permettevano di effettuare la scala cromatica
completa. Col loro avvento iniziò la trasformazione
della fanfara e in seguito anche le partiture musicali
ebbero maggiore possibilità di esecuzione, si ebbe così
il primo abbozzo di fanfara composta da
“Canto-accompagnamento e basso” .
Nei primi anni del Novecento si costituì il reparto
bersaglieri ciclisti
e non molto tempo dopo anch’essi si fornirono di
“fanfare dei bersaglieri ciclisti”. Le trombe rimasero
legate al cordone tenuto al collo, mentre gli
accompagnamenti, i baritoni e i bassi, venivano portati
a tracolla. Con la fine della
Grande Guerra
vennero banditi
concorsi per capi-fanfara ed iniziarono a formarsi
sempre più bande militari e civili: era il periodo dei
concerti di piazza. Anche le Fanfare erano impegnate
nelle piazze, nacque così
“l’incarico 48: i trombettieri”.
Essi vennero staccati dalla fanfara e assegnati due per
compagnia. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale
segnò la fine di quella bella parentesi nelle piazze: i
trombettieri ritornarono ai loro reggimenti lanciando i
loro squilli
nei momenti dell’attacco e in quelli del dolore.
Terminato il conflitto i primi reparti dell’esercito
furono ricostituiti e il trombettiere tornava al suo
compito: scandire i segnali di caserma e alla sera,
suonando il silenzio, far rivivere la gloria dei tanti
commilitoni caduti.
Le fanfare
oggi
Oggi,
nella tradizione dei bersaglieri la fanfara, con il
cappello di piume lucenti e la tromba dorata, perpetua
il ricordo di musica, addestramento, carica emotiva, che
ha accompagnato la nostra storia negli ultimi
178 anni.
Oggi le Fanfare in armi sono solo 4:
Fanfara Brigata Bersaglieri
GARIBALDI c/o 8° Rgt.Bers. CASERTA (CE)
Fanfara 6° Rgt. Bers.
TRAPANI (TP)
Fanfara 7° Rgt. Bers. BARI
(BA)
Fanfara 11° Rgt. Bers.
ORCENICO SUPERIORE (PN) alle dipendenze della 132ª
Brigata corazzata “Ariete”
Sono
oberate di lavoro per le numerose richieste di
partecipazione alle varie manifestazioni sia civili che
militari che prevedono il loro impiego; ma grazie
all’amore per la musica di molti bersaglieri in congedo
se ne stanno formando in continuazione e in ogni luogo
d’Italia, nel 2014 se ne contano
oltre 70!
Esse non sono costituite da suonatori professionisti, né
sono formate interamente da bersaglieri in congedo ma da
persone più o meno giovani che amano le tradizioni, il
canto, la musica, i valori di solidarietà, amicizia,
fratellanza del Corpo. Il primo Raduno nazionale dei
Bersaglieri si ebbe a Milano
nel 1955. Da allora è nata una
nuova era per le Fanfare.
Gli
strumenti
La
fanfara trova la sua espressione più bella, oltre che
nel ritmo (di corsa: 180 passi al minuto – di
marcia: 140 passi – da ferma: 170 passi), nel timbro
acuto e squillante delle sue trombe. Composta
esclusivamente da ottoni
(motivo per cui si distingue dalle classiche bande
musicali) essi vengono suddivisi in quattro classi:
CANTO:
Flicornino Mib – Tromba Sib – Flicorni Soprani Sib
ACCOMPAGNAMENTO:
Flicorni contralti Mib – Tromboni Sib – Corni Mib
CONTROCANTO: Flicorni
tenori Sib – Flicorni baritoni Sib
PEDALE:
Bassi
Questo
insieme strumentale limita la possibilità di eseguire
brani musicali di ampia stesura, nel contempo però
valorizza l’inimitabile fisionomia della fanfara:
l’esecuzione a passo di corsa.
Sarebbe davvero ridicolo, oltre che impossibile, vedere
una banda completa di grancassa, tamburi, piatti e tutta
la serie delle “ance” sfilare di corsa.